Hye Sun 혜선
Li chiamano colpi di fulmine. Quando la prima immagine di una persona ti scuoia il cuore. La volta che, nel 2017, provai a descrivere, ad esprimere in parole le sensazioni che mi aveva provocato il primo incontro con Hye Sun, ne venne fuori quest’ammasso confuso di parole:
Lezione di teologia.
Artemide (Ἄρτεμις), in antica Grecia, era ritenuta la dea della caccia, degli animali selvatici, del tiro con l'arco, della foresta e dei campi coltivati. Inoltre è anche la dea delle iniziazioni femminili, protettrice della verginità e della pudicizia. Nelle raffigurazioni statuarie la vediamo spesso con un rettangolo bianco di stoffa avvolto ad un corpo tonico, una mano salda sulle corna di un capriolo accanto a lei, e l’altra intenta a prendere una freccia dalla faretra legata dietro la schiena.
Che c’entra Hyesun con la dea Artemide? E soprattutto, chi è Hyesun?
Hyesun è l’unica donna che, da un anno e mezzo a questa parte, mi ha fatto perdere veramente la testa. Anzi, diciamo le cose come stanno: impazzire proprio. La prima volta che la vidi, il mio malsanissimo cervello associò la sua figura a quella della dea Artemide, appunto.
Non so perché, è difficile spiegare le pazzie del proprio inconscio. Ho sempre avuto un debole per questa dea, da quando ero al ginnasio a studiare i classici greci.
Comunque, credo sia per la figura slanciata e tonica del corpo di Hyesun, del seno proporzionato al suo stretto bacino e ai suoi 175 cm di altezza, e del viso liscio, chiaro e pudico, ma terribilmente affascinante.
La conobbi nel novembre del 2015, allora lavorava nella caffetteria-taverna della sorella Hemi. La prima volta andai con Imu dopo una delle nostre sessioni di studio di giapponese. E Hyesun era lì, in agguato, con il suo grembiule marrone su un jeans scuro attillato pronta a catturarmi. Fui subito investito da una sensazione di seta addosso... la sua pelle, liscissima. Il volto perfettamente ovale, invece, mi portò seri dubbi su un suo eventuale ricorso alla chirurgia estetica, così come il naso, drittissimo. Per quanto riguarda le labbra, in genere si notano se sono rifatte o no, e le sue sono sicuramente naturali, rosse e carnose come quelle della sorella. (...)
Come mi fu subito palese, era estremamente timida, insicura e introversa, forse anche per il fatto che non spiccicava una parola di giapponese. Allora infatti era da poco arrivata ad Osaka dalla sua città natale Yong In, venti minuti a sud di Seoul.
Per concludere, quel giorno, per la prima volta in vita mia, capii davvero quale fosse la mia massima ambizione: volevo diventare il suo schiavo.
Sì. Impazzii letteralmente appena la vidi. Non ricordo se, prima di quella volta, avevo già avuto un’esperienza simile; a parte, ovviamente, le mie celebri cotte adolescenziali: se tutti i 10~15 enni del mondo fossero come ero io, sulla terra ci sarebbe la stessa perenne tempesta che ruota attorno a Giove. Con Vivi infatti, nonostante abbia scritto un intero romanzo - traboccante di miele - sulla nostra avventurosa storia d’amore... non c’era stato nessun colpo di fulmine a far nascere il tutto.
Ma in ogni caso... tornando a quella sera di quel novembre del 2015: Hyesun uscì fuori dal ripostiglio della Taverna Hare, incontrò il mio sguardo e sconvolse per sempre il mio rapporto con la Corea. Ancora oggi, se incrocio la pelle liscia del viso di una coreana, il mio cervello bastardo lo sostituisce con quello di Hyesun.
Imu, sveglia più di una sveglia digitale, comprese subito che l’amnesia da cui fui improvvisamente colpito, che per qualche minuto mi portò a dimenticare come si parlasse, era causata dal profumo di arancia emanato dai lunghi capelli castani della cameriera coreana. Diretta come era solito agire, senza pensarci troppo si prese tutta la sua confidenza, parlandoci a lungo senza che io capissi niente, dato che non conosco il coreano. Morale della favola: riuscii a farci scambiare due parole, con traduzione istantanea annessa, ed anche e soprattutto il contatto di chat Kakao Talk.
- Ma come hai fatto? Che le hai detto? -
- Ha detto che fra un po’ inizia a frequentare la scuola di giapponese e che tu puoi darle una mano. Semplice. -
- Ma... non è più grande di me? -
- Ha 31 anni, 3 in più di te. Non c’è nessuna differenza. Provaci! -
- Imu san ti amo! -
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