- Wo bu zhi dao. I just know that I like you. -
Il materasso era morbido, forse troppo. Non era di certo l’ultimo modello ortopedico... eppure, proprio grazie a questo, i nostri corpi erano riusciti a creare un solco nel centro esatto del letto, dentro cui il contatto narcotizzante con la sua pelle era inevitabile.
- You are so beautiful...-
- ... you lie...-
Yan Yan era nel mio letto. Ma nonostante ciò, io, di questa ragazza, sapevo poco più che niente... iniziai addirittura a dubitare se davvero, in quel momento, lei fosse lì con me; o se io fossi lì con lei, e con quel quadro di natura bucolica di fronte a noi. Da piccolo fissavo spesso le campagne tristi e spente appese sulle pareti di casa, annoiato, quando non avevo amici con cui uscire a giocare. Che malinconia quei momenti. Ora invece... lo avrei fissato per mesi... sempre lì, immobile, stesi.
- Let’s go to live together in that abandoned farmhouse? -
Avrei voluto dirle.
- Stay here forever in Kunming. -
Mi disse lei. Yan Yan. Che con quel sorrisetto furbo, in tre secondi, mi aveva capovolto e svuotato la scatola cranica, fin lì colma solo di inutili razionalismi.
- Yes. Ok. -
Risposi di sì, e fu una risposta sincera. In quegli istanti, premuto sul suo petto, riscoprii che l’unica cosa che mi importava era esser felice... il resto erano solo accessori.
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